Prima di trattare la guaina liquida in mero riferimento ai tetti, è bene accennarne l’essenza e funzione.
Sì perché la stessa, prodotto ad alto valore idrorepellente, con la sua natura liquida o gelatinosa, può essere non solo applicata sui tetti, ma su innumerevoli superfici, supporti e coperture già esistenti, più o meno estese, che necessitano una resa impermeabile; la guaina inoltre, data l’elasticità, ben sopporta, senza deformarsi, anche gli sbalzi termici.
Composta per lo più da resine, polimerizzanti e plastificanti, risulta così piuttosto versatile, mai perdendo la qualità della prestazione coprente e impermeabilizzante. Avrete, in tal modo, la possibilità di proteggere qualsiasi area, interna o esterna, da intemperie, infiltrazioni d’acqua o problemi d’umidità, spaziando dalla pavimentazione del vostro bagno o della vostra cucina, al tetto del vostro garage, seminterrato, giardino pensile, balcone (e chi più ne ha più ne metta).
Vediamola ora nel suo solo utilizzo sui tetti.
I materiali più comuni
Prima di poter scegliere e parlare del materiale da sovrapporre al vostro tetto, cercate dapprima di valutare quello di cui, lo stesso, già è composto.
Una volta compreso, allora saprete su quale, tra i materiali disponibili, potrà vertere la vostra scelta.
L’importanza della compatibilità, tra il materiale preesistente e quello di nuova applicazione, è infatti cosa che, purtroppo per voi, supera e scavalca le vostre esigenze, posizionandosi al primo posto nella scala dei fattori da stimare; se non ne terrete in considerazione, le due materie potrebbero infatti entrare in contrasto tra loro, arrecando ben più danni di un po’ d’acqua.
Ad esempio, tra i materiali più diffusi per la guaina liquida impermeabilizzante per tetti, abbiamo il silicone, che seppur sia un’ottima arma contro il ristagno idrico, non risulta in grado di accettare una sostanza diversa a sua copertura, in quanto, per sua indole, ne ostacolerebbe l’adesione.
Se la compatibilità è importante come detto, è certo che sono anche altri, i fattori di cui tener conto.
Gli acrilici infatti, anch’essi comunemente impiegati e di tendenza più economici, offrono una maggiore versatilità rispetto ai siliconi, ma a loro differenza presentano l’inconveniente che, con i loro stessi polimeri acrilici, si miscelano con le particelle d’acqua, non predisponendo il materiale a tetti con difficoltà di drenaggio, problema che nel concreto affligge praticamente quasi tutte le coperture.
Appurate queste certezze, cercate di fare una selezione altrettanto consapevole.
Come procedere
Come prima cosa dovrete valutare lo stato di conservazione dei supporti sui quali andrete a intervenire; solo successivamente aver fatte queste verifiche, potrete essere in grado di scegliere che intervento attuare; impermeabilizzazione in sovrapposizione alla superficie esistente o un suo ripristino totale?
Proseguite con l’immancabile pulizia del substrato con il consueto lavaggio a pressione, in modo da garantire una massima adesione della membrana liquida; l’eliminazione delle scorie e dello sporco è uno tra i passaggi più rilevanti.
A questo punto effettuate una posa accurata della guaina liquida, la cui aderenza potrà essere a vostro piacimento ulteriormente migliorata con una precedente stesura, sullo stesso substrato, di un primer.
Siate scrupolosi; un lavoro è tale solo se ben fatto.
Tenete conto che anche i costi correlati dipenderanno molto dalla membrana scelta, dal materiale e dalla sua quantità, per non dimenticarci di quello della manodopera, non meno importante.